30 Mar Aggiornamento di marzo dal Tigray – i numeri dell’ospedale Kidane Mehret nel 2022
Il cessate il fuoco firmato a Pretoria il 2 novembre scorso sembra lentamente concretizzarsi. È stato ratificato a Nairobi il 12 novembre dai capi degli eserciti, con l’implementazione di un percorso di graduale disarmo e di facilitazione dell’accesso agli aiuti umanitari. Concretamente, ci sono ostacoli e rallentamenti, però numerosi passi avanti sono stati verificati dalla commissione dei mediatori dell’Unione Africana. L’altro importante punto riguarda l’uscita delle truppe eritree dal Tigray. Su questo manca una ratifica del dittatore eritreo Isayas, che continua a negare responsabilità e lamenta attacchi subiti. Attualmente quindi persistono le truppe eritree nelle zone di confine, con reiterazione di violenze e soprusi.
La fase di transizione per il controllo politico e amministrativo del Tigray prevede un governo ad interim riconosciuto da entrambe le parti, in corso di individuazione.
I servizi nella regione sono in ripristino. Infatti le telecomunicazioni sono ora accessibili, ma alcune infrastrutture via cavo e linee elettriche sono ancora da riparare; le banche potenzialmente offrono i servizi, ma sono a corto di contante; gli stipendi arretrati per i dipendenti pubblici tra cui sanitari, insegnanti, funzionari – bloccati per oltre due anni – non vengono liquidati. Il carburante scarseggia ancora. I voli per uscire dal Tigray sono interdetti alla popolazione tra i 16 ed i 65 anni. I reporter internazionali incontrano tuttora problemi ad accedere alla regione.
Nel frattempo il premier etiope, in tour nelle capitali europee tra cui Roma, ha ottenuto numerosi accordi, promesse di ripresa degli aiuti di cooperazione internazionale (sospesi durante il conflitto), nuove alleanze economiche e militari strategiche.
Nei territori contesi con eritrei e amhara tuttora occupati militarmente, i profughi non hanno ancora fatto rientro in quelle zone. Anche nelle regioni limitrofe ci sono situazioni di tensione.
Le spedizioni internazionali via aerea sono molto limitate (suor Laura in teoria ora ha la piena collaborazione di autorità e ministeri, ma spesso si trova davanti a muri burocratici), mentre per i container via mare + terra è tuttora impossibile percorrere alcune tratte in sicurezza. Per questo siamo in attesa di poter riprendere a spedire i materiali edili, le attrezzature e gli aiuti in natura.
La buona notizia è che ora per i medici ed i tecnici è finalmente possibile ottenere i visti ed i biglietti aerei per il Tigray! Il primo gruppo è in viaggio in questi giorni per verificare lo stato del cantiere, l’implementazione dei reparti ospedalieri e per programmare al meglio come riprendere i progetti.
IL GRANDE LAVORO DELL’OSPEDALE DI ADWA IN QUESTI DUE ANNI DI GUERRA
Provate ad immaginarvi quale situazione ha fronteggiato la missione di Adwa: fuori dai cancelli i campi profughi improvvisati tra tende e scuole occupate hanno accolto oltre 100.000 tigrini, fuggiti dalle zone a nord occupate e saccheggiate dagli eritrei. Bocche da sfamare, malati da curare, donne da aiutare a partorire. L’ospedale missionario come unico punto di riferimento per la gente, per le autorità che si sono succedute, per le organizzazioni umanitarie che sporadicamente sono arrivate con cibo da distribuire e alcune medicine di primo soccorso.
Solo ora finalmente sappiamo e possiamo divulgare qualche numero sull’anno 2022, impressionante:
67.000 pazienti assistiti
1.144 interventi chirurgici effettuati in condizioni spesso proibitive
4.385 parti, di cui 576 neonati che hanno avuto bisogno di terapia intensiva
3.634 pazienti trattati per malnutrizione acuta.
Tanti sono stati i casi di neonati e mamme gravemente sottopeso, di parti gemellari molto complicati, di mortalità neonatale e materna (anche a causa delle distanze che le donne in travaglio devono percorrere per trovare assistenza).
Le persone curate, le vite salvate e quelle aiutate a venire alla luce sono tutte merito vostro! Grazie ad ognuno di voi per ogni contributo, piccolo o grande, che ha reso possibile mandare avanti l’ospedale! Continuiamo così!