Diari di viaggio di Lucia ad Adwa

Diari di viaggio di Lucia ad Adwa

Lucia, responsabile del programma adozioni a distanza e dei volontari degli Amici di Adwa, è tornata ad Adwa in prima persona. Ha condiviso con tutti noi la sua esperienza e le sue emozioni in 3 “capitoli di diario”.

Diario di viaggio di Lucia #1 – Bentornata ad Adwa

Ancora frastornata dalle emozioni di entrare in missione dopo oltre 10 anni, vengo catapultata in questa grande famiglia.

Arrivata giusto in tempo per l’ora di pranzo, entro nella sala mensa ricordando le tranquille serate passate in compagnia delle suore salesiane e questa volta vengo invece accolta da una sala brulicante di dottori e infermieri (una trentina tra italiani e canadesi), tecnici di laboratorio e volontari residenti in missione…oltre alle suore che portano avanti tutta la baracca da oltre 20 anni! L’aria che si respira è davvero frizzante! Ognuno di loro è qui per mettere a disposizione le proprie competenze per la gente di Adwa; sono bambini, mamme e papà che vedo girare in lungo e in largo per la missione, tra la scuola, le stalle e l’ospedale. Nei loro occhi vedo la speranza, quel credere che esista un’alternativa, anche qui in Etiopia dove la povertà è ancora una realtà importante.

Mi ero imposta di visitare l’ospedale con la giusta calma per assaporare appieno la sorpresa. Nel primo pomeriggio la curiosità era troppa e ha vinto sulla stanchezza del lungo viaggio. Vado accompagnata dalla veterana Carolina Paltrinieri, ma per me l’emozione è davvero grande: nonostante veda tutti i giorni fotografie e senta i racconti di chi lo vive, è immancabile quella sensazione che si prova per una novità che aspetti di conoscere da tanto.

Nemmeno il tempo di assaporare questa sensazione che lui è lì, davanti a me e si palesa in tutto il splendore. Un gigante che sprigiona vita!

Fuori dall’edificio attendono in religioso silenzio i pazienti che devono essere ancora presi in carico dall’accettazione, gestita da Leda insieme al suo staff etiope. Entrando, si respira gioia. La gioia di quei pazienti che hanno finalmente trovato cure e assistenza per grandi o piccole problematiche sanitarie, ma soprattutto che hanno la certezza di trovare un posto che restituisca loro la dignità che questa terra spesso gli fa mancare. Perché sì, chi vive menomato per tutta la vita a causa di una semplice frattura, perde la dignità. Chi vive con patologie facilmente gestibili con piccoli accorgimenti e non può farlo, perde la dignità, chi non può permettersi cure (perché spesso non può permettersi nemmeno di sfamarsi una volta al giorno) perde la dignità.

Ecco, quest’ospedale – e prima ancora la missione – restituiscono la dignità che ogni essere umano ha diritto di avere.

 


 

Diario di viaggio di Lucia #2 – come le api operaie

La giornata inizia con grande aspettative: dobbiamo incontrare le tantissime famiglie sostenute grazie all’amore a distanza che voi dall’Italia portate in questa terra.

Il progetto delle adozioni a distanza è il primo progetto nato a sostegno della missione: le suore salesiane, in collaborazione coi servizi sociali locali, individuano infatti, da 20 anni, le famiglie più bisognose della città e dei villaggi limitrofi e garantiscono loro un aiuto economico grazie alle donazioni fatte alla nostra associazione.

Purtroppo le aspettative svaniscono presto e la delusione è tanta: a causa di problemi tecnici coi computer, siamo stati costretti a rimandare a lunedì gli appuntamenti con le famiglie.

Non nascondo l’amarezza e mi rifugio tra i bambini della scuola e l’ospedale per cercare di recuperare il buonumore… e così è stato: vedere i bambini che giocano sereni e studiano con grande impegno sui loro banchi è la miglior medicina!

All’ospedale poi, si vive una sensazione di frenesia positiva che rincuora per ogni fatica fatta in tutti questi anni e dà la forza per quelle future.

I pazienti attendono speranzosi e lo staff è davvero una meraviglia per gli occhi. Sembrano tante piccole api operaie che costruiscono il loro “pezzetto” di  nido con pazienza: ognuno ha il suo compito e il personale locale da formare. Leda aiuta Tamru (un ragazzo paraplegico che in Etiopia non avrebbe nessuna possibilità di lavorare) Semal e Arsema a gestire l’ingresso dei pazienti. Sandra, Valeria (farmaciste) e Lorenzo sbucano ogni tanto dalle centinaia di scatole di medicinali che stanno organizzando nella sala farmaci. Vittorio ed Anna (laboratoristi) formano Rita (dal Kenya) per il laboratorio analisi.  Giampaolo (chirurgo della mano) e Landino (chirurgo ortopedico) si intravedono solo sbirciando dalla finestra della sala operatoria perché operano senza sosta pazienti con fratture ed handicap agli arti. Michela e Agnese (giovani infermiere) hanno preso a cuore i 12 infermieri locali e, insieme a Sister Pauline e Sister Betty, si prendono cura dei pazienti ambulatoriali e ricoverati post intervento…

Insomma, ognuno fa il suo per portare avanti al meglio questo posto e dare un futuro migliore a chi non sapeva nemmeno di averne uno.

 


Diario di viaggio di Lucia #3 – quell’aiuto fondamentale

Le giornate qui sono davvero emotivamente impegnative, soprattutto da quando abbiamo iniziato i colloqui delle Adozioni a Distanza. Ogni giorno incontriamo un centinaio di bambini e ognuno di loro ha storie da spaccare il cuore.

Come si può comprendere che il 90% dei padri abbandoni la famiglia? E che le madri stesse abbandonino i figli, lasciandoli alla nonna che spesso è anziana e deve fare lavori massacranti con le poche forze rimaste dopo una vita di stenti? Come si può accettare che una ragazzina di 21 anni debba provvedere alle proprie sorelline oltre ai suoi due figli? Come si può guardare negli occhi una madre in fin di vita mangiata dentro dall’AIDS – passatale dal marito prima di abbandonarla – e non chiedersi che fine faranno i suoi figli tra pochi mesi, quando lei morirà? Come si può uscirne non distrutti?

Nel momento in cui scrivo sono molto provata…

L’unica consolazione in tutto questo è che la missione, grazie ai tantissimi sostenitori italiani, possa dar loro un po’ di aiuto e garantire ai bambini e ragazzi del programma una educazione scolastica ma anche il rispetto per il prossimo – madre, moglie o sorella che sia.
Nelle foto vedete comunque quella meravigliosa spensieratezza che i bimbi qui riescono ad avere malgrado tutto, e la gioia per ogni piccolo gesto di attenzione e affetto che ricevono. Grazie per essere al loro fianco, il vostro aiuto è fondamentale!

Lucia

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