24 Dic Lettera di Natale di Suor Laura 2010
Natale.
E’ tradizione porgere auguri, scambiare doni. Anche se oggi per molti, troppi, diventa difficile essere sereni, vivere nel profondo la pace promessa oltre duemila anni fa agli “uomini di buona volontà”. Noi, da Adwa, lontani geograficamente ma compagni di strada in questo cammino tutto in salita, vogliamo condividere con voi anche questo Natale. I nostri doni? Gratitudine e SPERANZA.

Una Speranza che viene da povere e piccole cose, non da bagliori di miracoli. Viene dalle cose più essenziali: l’aria, la luce, l’acqua, il respiro che garantisce la vita. Cresce come un germoglio, non come albero alto.
Nasce nell’umiltà come un BAMBINO, povero figlio di operaio, piccolo, affamato. In quel Bambino Dio si fa uomo e diventa compagno di strada. Non per salvarci dalla sofferenza e dai problemi, ma per salvarci nellasofferenza e nei problemi, condividendoli con noi. La Sua è una Speranza che non fa rumore. È il brusio di innumerevoli persone che hanno fiducia in Dio, negli altri e in se stessi. È la vostra Speranza. Nei vostri cuori, ignorati dai telegiornali ma notissimi a Dio, ha casa la Speranza e, in essa, il Dio Bambino viene ad abitare.
Se Lui viene davvero, se trova spazio nella nostra vita, allora possiamo ancora una volta augurarci
BUON NATALE!
Con cuore grato condividiamo un pezzetto della nostra storia che, proprio attraverso di voi, ha potuto scrivere altre pagine di futuro per i nostri e vostri ragazzi etiopi.
La scuola: è la nostra grande strategia, lo strumento vincente scelto per sconfiggere povertà, ignoranza e dipendenza. Abbiamo “licenziato” con punteggi molto lusinghieri la prima generazione di giovani che, avendo terminato la scuola superiore, è entrata all’università o nel mondo del lavoro. Giovani vite che avete nutrito, vestito, curato, istruito attraverso le nostre mani. Siete stati voi a rendere possibile questo miracolo. Un lavoro paziente, basato su quel quotidiano che papà e mamme conoscono bene. Abbiamo visto questi bambini crescere un giorno alla volta, progredire, trasformarsi sotto i nostri occhi. Ora stanno muovendo i primi passi nella vita adulta, costruttori di una società che potrà cambiare e guardare al futuro con speranza nuova.
Li stanno seguendo a ruota i più giovani: centinaia di ragazzi/e affollano le classi, “cuccioli” ancora bisognosi di tutto, ma impegnati a vivere quella vita che voi regalate loro ogni giorno. Già, perché quella monetina – 1 euro – che quotidianamente risparmiate per l’adozione a distanza, è lo strumento indispensabile perché possano vivere. Per molti di noi, figli del primo mondo, quell’euro è solo parte degli spiccioli, il resto della spesa, un piccolo impiccio nel borsellino pesante di monetine. Costa quasi nulla metterla da parte, spesso si tratta solo dello sforzo di ricordarsene. E’ vero che i tempi sono duri e difficili per tutti. Ma se ogni giorno mettiamo via quella monetina riservata a salvare una vita… la stragrande maggioranza di noi neppure se ne accorge.
Il progetto ospedale: una sfida ancora tutta da affrontare. Con la situazione economica mondiale, potremmo dire che non si poteva scegliere momento peggiore per costruirlo.
Le strategie per minimizzare le spese hanno incluso l’acquisto di mezzi di trasporto, per poter affrontare la movimentazione di materiali e attrezzature. Infatti l’ unico porto utile per l’arrivo dei container dall’Italia è Gibuti, lontano quasi 2.000 km da Adwa. La fabbrica del cemento necessario per le costruzioni dista 250 km, quella del ferro, indispensabile per le armature, oltre 1200 Km. Per renderci autonomi, abbiamo trovato camion vecchi di 30 anni, obsoleti per l’Italia ma rimessi a nuovo da persone di buona volontà, e di semplice manutenzione per i meccanici africani.
Le attrezzature mediche sono in parte donate dall’Azienda Ospedaliera di Padova.
Abbiamo trovato sponsor per 7 ragazzi/e che si specializzeranno in scienze infermieristiche.
Medici volontari già si turnano per visite e interventi minori nella sala operatoria provvisoriamente allestita all’interno della missione.
Piccoli passi, umili inizi, difficilissimo il cammino che abbiamo davanti.
Assieme alle autorità di Adwa, abbiamo chiesto al governo etiope l’esenzione dalle pesantissime tasse doganali che sovraccaricano l’invio di tutti i materiali destinati all’ospedale. Siamo in attesa di una risposta e, se dovesse essere negativa, saremo costretti a ripensare il progetto.
La comunità salesiana: ci sono stati grandi cambiamenti all’interno. Della vecchia guardia restano Sr. Laura e Sr. Imelda. Riconfermate anche Sr. Maddalena, Sr. Marcella e Sr. Netsannet (etiope). Sono del tutto nuove Sr. Ruth (colombiana), Sr. Thuy (americana/vietnamita), Sr. Antonietta e Sr. Rosaria (italiane).
I collaboratori laici: Carmen e Silvano, Daniele ed Elena con la piccola Vittoria, Rino. Questo il gruppo già presente e più che mai inserito nella Missione. Ciascuno presta un servizio prezioso ed insostituibile a fianco della comunità di Adwa. Aspettiamo altri arrivi, ma restano da confermare.
I volontari: quest’estate sono arrivati in missione 34 giovani provenienti da Torino e Cento di Ferrara. Li ha accompagnati Don Luciano, il parroco di S. Ignazio di Torino. Hanno lavorato con i bambini e nel trasloco dei materiali dai container ai magazzini appena terminati. Giovani splendidi, generosi, ben preparati per l’esperienza. Giovani che dimostrano di poter tracciare vie di pace, di solidarietà, di onestà. Ragazzi/e che hanno offerto ai nostri bambini etiopi messaggi di speranza in un futuro da sognare e costruire insieme.
Questi i passi compiuti nell’ultimo anno.
Cari amici, voi siete parte vitale del nostro andare. Nelle vostre mani sta la possibilità di poter continuare il cammino, la vita, i progetti per le creature che avete preso a carico e che hanno l’unico “torto” di essere nate nella fetta sbagliata del pianeta. La sfida attuale è garantire loro la salute, evitare che muoiano per malattie che in Italia sarebbero di facile guarigione. Frustrante l’impegno nell’educazione se poi gli scolari non hanno accesso alle cure più elementari.
Siamo certe che continuerete a camminare con noi. Questa speranza che ci brucia dentro non sarà disattesa, la vita delle creature che ci sono state affidate avrà un futuro. Perché voi siete al nostro fianco. Solo così possiamo davvero rivivere l’avventura di Dio che si fa bambino nascendo in una stalla, povero tra i poveri.
Buon Natale
Suor Laura, suore e bambini tutti della missione di Adwa