01 Apr Lettera di Pasqua 2011 di Suor Laura
Scrivo a voi, amici tutti della Missione di Adwa, con cuore colmo di gioia e di Speranza. Perché ancora una volta stiamo preparandoci alla Pasqua del Signore: appuntamento con Colui che ci restituisce la forza di sperare e appuntamento con i vostri “figli” etiopi. Mi chiederete come si possa avere il cuore pieno di gioia e Speranza con quello che accade su questo nostro pianeta, casa comune squassata da terremoti e guerre. In effetti l’oggi pare costringerci a vivere un’ eterna Via Crucis, eppure anche se “…i nostri occhi vedono un mucchio di rovine, noi cantiamo al futuro, vediamo la Risurrezione che già respira sulla croce.
Non perché siamo genericamente ottimisti, ma perché abbiamo SPERANZA:
«No, credere, a Pasqua, non è
vera Fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
è al Venerdì Santo…
quando non un’eco
risponde
al tuo alto grido» (David Maria Turoldo)
OTTIMISTA è chi sorride a vuoto e dice che tutto va bene. E sbaglia, perché non è così
Pieno di SPERANZA è invece chi sa che il capo del filo rosso della storia, che appare dolente, enigmatica, perfino insensata, è saldo nelle mani di Dio…Come credenti noi non siamo ottimisti. NOI ABBIAMO SPERANZA.” (Ermes Ronchi)
Ed ora condivido con voi qualcuno dei molti motivi che giustificano la mia gioia, anche se spesso ancora – lo ammetto – spargo lacrime.
L’OSPEDALE STA PER ESSERE INIZIATO!
Dopo lunghe trattative, le autorità etiopiche hanno accettato di esentare dalle tasse tutte le importazioni di materiale e attrezzature per l’ospedale.
I disegni architettonici – letteralmente centinaia – sono stati eseguiti con attenta professionalità (a titolo completamente gratuito) dal nostro progettista e architetto Angelo Dell’Acqua.
Gianni Fava, “padre adottivo” del progetto nonché patriarca del gruppo di lavoro, Enzo Guaraldi e Paolo Martinelli, ambedue ingegneri di altissimo livello venuti da Cento assieme al presidente dell’Associazione Carlo Farnè, hanno potuto definire i termini del contratto, i tempi della realizzazione, le modalità di importazione delle attrezzature. Il gruppo, venuto appositamente ad Adwa per incontrare l’impresario etiope che dovrà costruire l’ospedale, ha ormai definito i dettagli.
Perfino il giornalista Niccolò D’Aquino, l’amico fedele da molti anni, ha voluto unirsi a noi per documentare con la sua agile penna questo ulteriore passo a favore delle donne e degli uomini di questo paese.
Si stima di poter inaugurare la prima parte della struttura entro la fine del 2012, l’intero complesso all’inizio del 2014.
Mi chiederete dove abbiamo trovato il denaro per questa avventura, che potrebbe sembrare folle, se si considerano i tempi in cui viviamo. Ma la Provvidenza va suscitando e mettendo sul nostro cammino persone e situazioni che hanno del miracoloso. Siamo lontani dall’avere tutto il capitale richiesto a nostra disposizione: neppure un decimo è nelle nostre mani. Ma le premesse ci sono e noi andiamo avanti confidando in Dio, certi che anche Lui si è impegnato in prima persona nel progetto.
Lui che ha detto:”…quello che farete ai più piccoli dei miei fratelli lo avrete fatto a me”.
Lui che è morto in croce in modo spaventoso, promettendo di risorgere.
Promessa che ha puntualmente mantenuto.
Ecco perché il cuore è pieno di gioia per una Speranza ancora tutta in divenire, ma comunque certa.
E’ arrivato ad Adwa il grande camion che ci servirà per il trasporto dei container di materiali ospedalieri dal porto di Gibuti. Minimizzerà anche i costi del reperimento del cemento, della sabbia, dei materiali da costruzione.
Un altro camion – ribaltabile – è pronto a Makallè per l’immatricolazione. E’ montato con una bellissima e potente gru, in grado di movimentare container e grandi pesi. Sono veicoli vetusti ma ancora più che efficienti. Rimessi in ordine, in Etiopia costituiscono un patrimonio che tutti ci invidiano. La Salini Spa ci ha regalato un muletto molto potente che completa la flotta dei mezzi destinati alla costruzione.
A lavori ultimati questi veicoli saranno usati per lavori a pagamento conto terzi, il cui ricavato andrà reinvestito per garantire la sostenibilità dell’ospedale e a favore della fascia più povera di persone che vi saranno curate.
Silvio e Giuliano Calanca di San Felice sul Panaro, donatori del camion con la gru, sono venuti in missione in veste di istruttori nell’uso dei mezzi: nessuno ad Adwa sarebbe stato infatti in grado di usarli.
Per quanto riguarda il personale sanitario, sapete tutti che la professionalità non si compera e non si improvvisa. Anche qui abbiamo motivi di gioire e dare ali alla nostra speranza.
All’inizio, per un periodo considerevolmente lungo (anni), ci sarà la rotazione continua di medici e specialisti italiani ed europei che garantiranno la qualità degli interventi e, nel frattempo, insegneranno ai giovani medici locali quanto manca alla loro formazione medica ricevuta in Etiopia.
Intanto, ad Addis Abeba si sta già lavorando per la realizzazione dell’Università Cattolica. Gli studenti delle facoltà di medicina e scienze infermieristiche verranno mandati al nostro ospedale per la parte pratica della loro formazione scientifica. Questo significherà una presenza qualitativa di docenti in medicina a livello internazionale. L’ospedale diventerà polo universitario cui si farà capo da tutto il Paese.
Vi stupite, amici carissimi, se ho il cuore colmo di gioia?
Anche in comunità abbiamo motivo di gioire: dieci giovani donne (3 sudanesi e 7 etiopi) sono state accettate per un periodo di prova. Questo in vista di un loro impegno come future suore salesiane che dovranno raccogliere la fiaccola accesa da noi missionarie. Le premesse sono ottime, le ragazze hanno già superato qualche anno di tirocinio, hanno completato gli studi; alcune di loro hanno anche già lavorato e gustato l’autonomia economica. Ma hanno risposto “Sì” alla chiamata del Signore e sono venute. Questo garantisce il futuro della nostra comunità, la quale grazie a loro ha decisamente abbassato l’età media.
Vi chiederete: e i bambini, i nostri “figli”?
Stanno bene,crescono, studiano, sono impegnati a vivere pienamente quella vita che ogni giorno voi regalate loro.
E tutto ciò di cui abbiamo parlato sopra è per loro, per il loro presente ed il loro futuro per molte generazioni a venire. Assieme a voi eravamo già riusciti a garantire il diritto allo studio. Ora anche il diritto alla salute, prima sogno quasi irrealizzabile, diviene realtà.
Continuate, carissimi amici, a condividere con noi questa “dose folle di desiderio di bene” verso le creature che ci sono state affidate.
La benedizione del Risorto sia, è, su di voi e sulle vostre famiglie. Dio ha promesso il centuplo a chi lo accoglie nei suoi poveri. E Lui, il Fedele, mantiene sempre le sue promesse.
BUONA PASQUA!
Sr Laura, suore, donne e bambini di Adwa