Non c’è pace per il Tigray

Non c’è pace per il Tigray

La guerra tra le forze governative dell’Etiopia e i combattenti del Tigray, terminata nel novembre 2022, ha ucciso centinaia di migliaia di persone e ne ha sfollate milioni.

Nonostante la cessazione delle ostilità e il raggiungimento di un accordo di pace, centinaia di migliaia di persone sradicate dalle loro case durante il conflitto continuano a vivere in condizioni terribili.

Molti ora devono fare i conti con gravi sfide sociali, cercando di sopravvivere, davanti all’impassibilità delle autorità.

La gestione degli aiuti umanitari si è rilevata altamente inefficace, generando una situazione favorevole per il mercato nero: in un circolo vizioso ha visto poi la sospensione stessa degli aiuti, con conseguenze gravissime per tutta la popolazione sfollata e in difficoltà. Una situazione di difficoltà che si protrae ancora oggi, ed è tra le concause della diffusione della malaria anche nella zona di Adwa.

Le tensioni tra il TPLF (Fronte Popolare di Liberazione del Tigray) e il governo federale etiope continuano ad inasprirsi, creando un clima ostile per la popolazione di Adwa e tutto il Tigray.

Una situazione al quale si aggiungono le difficoltà sul piano dei trasporti, resi complicati sia via terra dai terremoti e dal rischio eruzione del vulcano, e via mare da una complessa situazione politica con Gibuti, sbocco sul mare più prossimo.

Il piano per il rientro degli sfollati, lontano dall’essere messo in pratica, richiederebbe oltre 2 milioni di dollari: cifra che attualmente il governo etiope non sarebbe comunque in grado di stanziare da solo, al di là dell’effettiva volontà politica di riportare gli sfollati nelle loro case.

In questo momento, oltre un milione di tigrini su trova infatti nei centri per gli sfollati, con il persistere di condizioni di denutrizione, che unite alla mancanza di condizioni igieniche basilari portano spesso alla diffusione di malattie e alla morte facile: con diverse centinaia di morti solo negli ultimi mesi.

Un conteggio purtroppo destinato a salire, così come le condizioni generali vanno verso un aggravamento.

E mentre avviene tutto questo, nel Tigray meridionale la popolazione scende in strada e manifesta contro un possibile colpo di stato per rovesciare il governo tigrino, per tutelare la pace faticosamente raggiunta con l’accordo di Pretoria del novembre 2022.

Se una cosa è certa, è che sono sempre gli ultimi a pagare le conseguenze più atroci delle guerre: e ora, sono proprio loro a chiedere la pace. Sarà rispettata la loro volontà?

Noi continuiamo la nostra attività, forti del sostegno e dell’appoggio di sostenitrici e sostenitori: insieme, non lasceremo sola la popolazione di Adwa!

 

Immagine: Ximena Borrazas Million Haileselassie Brhane/DW