25 Mar Chiusura totale attività in Etiopia e rischio fame… oltre che Covid…
Amici,
da qualche giorno anche in Etiopia sono state prese imponenti misure per contenere la pandemia. Tutte le attività sono ferme su ordine del Governo: scuole e fabbriche, luoghi pubblici chiusi. La missione è blindata, il 97% del personale a casa. L’ospedale della missione è attivo solo per il servizio ambulatoriale di emergenza, non essendo ancora attrezzati per affrontare pazienti covid-19. La centrale di ossigeno e la radiografia sono bloccati nei container a Djibouti per mancanza di servizi di trasporto e scarsità di personale negli uffici pubblici. Noi ci siamo organizzate producendo mascherine con materiali ricevuti in passato dall’Italia (grazie alla ditta Alpretec). Abbiamo intensificato il progetto agricolo per poter distribuire frutta e verdura alla nostra gente, acquistato foraggio per nutrire gli animali e poterli macellare. Abbiamo fatto scorta di gasolio per poter garantire il funzionamento delle pompe dei 2 pozzi: in città manca spesso la corrente, quindi si rischia di stare anche senza acqua. La pandemia, grazie a Dio, per il momento non ha ancora raggiunto Adwa. Arriverà, ma per assurdo al momento la nostra preoccupazione principale è garantire il cibo alle famiglie che rischiano di morire di fame prima che di coronavirus. Il Governo non paga gli stipendi ai dipendenti pubblici, il mercato di Adwa è già vuoto poiché i generi alimentari – che principalmente provengono dai villaggi – non possono raggiungerlo. Le campagne sopravvivono, le città soffrono la carestia.
In Etiopia non esiste la cassa integrazione, né alcuna forma di soccorso sociale dallo Stato. In Missione per il mese di marzo riusciremo a pagare gli stipendi dei nostri 300 dipendenti, anche quelli che sono a casa. Ma senza le ordinarie entrate delle attività di produzione e didattiche, i mesi futuri saranno un dramma. Le quote delle adozioni a distanza non bastano a mantenere tutte le famiglie. Ci stiamo attivando per trovare fondi su tutti i fronti, eventualmente sacrificando parte di quelli destinati al completamento dell’ospedale (l’avanzamento dei lavori è necessariamente bloccato).
Questa purtroppo è la realtà al momento in cui scrivo.
Intanto grazie per il sostegno che ci date e che speriamo continuerete a darci.
Sr Laura e noi tutti della missione