16 Mar Lettera di Pasqua 2012 di Suor Laura
Carissimi amici,
ancora una volta è Pasqua. Ancora una volta questa festa ci invita a celebrare la vittoria della Vita sulla morte. Difficile, oggi più che mai, avere uno sguardo positivo sul presente e sul futuro. Combattere contro la rassegnazione richiede un enorme coraggio, continuare a sperare che domani sarà meglio di oggi è segno di grandezza interiore: un filosofo antico diceva che “… chi non osa sperare l’insperabile non lo raggiungerà mai” (Eraclito di Efeso).
Questo invito reciproco a non mollare, a non lasciarsi sommergere dai mille problemi che la vita impone, è il nostro augurio per voi amici, che affrontate connoi la sfida immane di un quotidiano che pare non avere sbocchi di speranza. Sembra un’assurdità, ma ripetiamoci l’un l’altro che finché c’è fatica c’è speranza. Noi cristiani, noi che nonostante tutto continuiamo a celebrare la Pasqua, siamo tra coloro che hanno scelto di andare controcorrente e seguire gli insegnamenti di Uno che ha detto: “…beati i poveri, gli inermi, i miti, gli onesti, i puri di cuore, quelli che sanno perdonare, coloro che sanno essere fedeli…”.
Quell’UNO che è morto in croce ma che è risorto vittorioso dopo tre giorni. In Lui anche noi abbiamo già vinto, anche se il nostro quotidiano è un andare contromano, spesso cosparso di lacrime e fatiche in un cammino che pare senza orizzonti. Ma noi sappiamo in Chi è posta la nostra Fede, la nostra Speranza: in Gesù Risorto.
Con questa certezza più forte di ogni delusione, anche ad Adwa la vita continua tra fatiche tutti i giorni più pesanti. Vi basti un piccolo esempio: i carburanti costano quanto in Italia, ma gli stipendi sono 30 volte inferiori. Un sacco di farina, sufficiente per il pane di una famiglia di 5 persone per un mese, costa tutto lo stipendio di un operaio. Le nostre serre e stalle – benedetto sia chi ci ha aiutato a costruirle – garantiscono il cibo a noi e alla nostra gente. Il pozzo e le cisterne di raccolta dell’acqua piovana assicurano l’approvvigionamento idrico.
Dice Padre Ermes Ronchi che “se qualcosa ti costa fatica, non fuggire: è segno che coltivi progetti”. A noi i progetti non mancano di certo: primo fra tutti è quello dell’ospedale. La fase uno ( costruzione di un centro di formazione e accoglienza) ha compiuto notevoli progressi: oramai si è raggiunto il tetto e si è in attesa dell’impiantistica. Ora si è iniziato a lavorare alla fase due: il corpo centrale con reparti, sale operatorie, pronto soccorso e ambulatori vari. La Provvidenza, cui abbiamo affidato le problematiche finanziarie, ci apre il cammino, un passo alla volta. Persone sconosciute si sono fatte avanti offrendoci il loro aiuto, mentre i soliti amici di Cento si sono scatenati in mille iniziative, nel passaparola, nel coinvolgimento di amici e collaboratori. Ovviamente sono loro i primi a pagare di tasca, di tempo, di idee, in una gara di straordinaria generosità.
Un gruppo di amici chirurghi oftalmologi ha appena concluso dieci giorni di volontariato medico alla missione: giornate di gioia pura per noi e per loro. Siamo state testimoni di veri miracoli: abbiamo visto persone cieche da anni, per cataratte difficilissime da rimuovere, uscire danzando e gridando di gioia per la vista recuperata. Circa 300 le persone visitate, operate, curate, tutte poverissime, gli ultimi della terra, quelli che alcuni, nei paesi ricchi, propongono di considerare “non-persone”.
É per queste persone che anche voi amate come noi, per questi bambini che da anni ci aiutate a crescere, che possiamo continuare a celebrare la Pasqua e la sua vittoria di Gesù sulla morte. Ad Adwa la VITA VINCE perché ci siete voi amici, che con noi condividete sogni e fatiche, speranze e progetti. Il segreto è continuare a credere e sperare e lottare. Ri-surrezione è sinonimo di ri–cominciamento, di vita nuova. Un piccolissimo prefisso che però spalanca orizzonti d’infinito. “Due lettere che significano: di nuovo, ancora, da capo, un’altra volta”. Vivere è l’infinita pazienza di ri-cominciare. Perciò continuiamo a camminare insieme su questa strada che sembra senza fine, ma non è senza meta.
Buona Pasqua!
Sr Laura e noi tutti di Adwa