Milete ed Abraham – incidenti pericolosi

Milete ed Abraham – incidenti pericolosi

Milete frequentava la terza elementare alla Missione di Adwa. Andava a scuola ogni giorno a piedi dalla casa della sua famiglia, da sola. La mamma è una guardiana di greggi che porta al pascolo ogni giorno.

Milete un giorno come gli altri tornava a casa a piedi dalla scuola Kidane Mehret. Quel giorno di ottobre 2017 però è stata travolta da un’auto riportando gravissime ferite…

È arrivata alle soglie della morte: fratture, estese abrasioni e danni agli organi interni solitamente da Adwa ti condannano. Ha subito un intervento all’intestino con complicanze quasi impossibili da gestire nel locale ospedale.

Suor Laura racconta: “Assieme ai genitori abbiamo deciso di dimetterla dalla struttura sanitaria dove aveva sviluppato una setticemia per la mancanza di igiene e di medicazioni appropriate.

Ci siamo detti: “…alla missione, se muore, almeno muore nel pulito”.

É seguita la nostra quotidiana assistenza, col supporto a distanza degli amici medici di Padova. Infinite ore passate a vegliarla.

Il viaggio lampo in Italia per avere le medicine ed i materiali sterili per le medicazioni. Tre mesi di speranze altalenanti, ma alla fine la piccola è guarita, è VIVA, è tornata a scuola.”

Assistita amorevolmente da Suor Betty e suor Pauline, assieme al papà ha affrontato coraggiosamente medicazioni dolorose e una lunga convalescenza.

Oggi siamo davvero felici di poter dire che è guarita completamente, recuperando le funzioni intestinali che erano compromesse e la deambulazione. Ha ripreso gli studi a pieni voti, col sostegno dell’adozione a distanza il suo percorso è ripreso come prima.

Grazie di cuore al dott. Marinaro e ai tanti amici medici, infermieri, farmacisti che hanno reperito i dispositivi medici necessari, alle Sorelle del Cottolengo, alla ditta Alpretek che ha donato materiali per la rigenerazione dei tessuti… a suor Laura che non si è arresa e ha fatto i salti mortali per salvare Milete!


Abraham era un ragazzino di strada. E’ stato rifiutato dai genitori. Per vivere cercava cibo nella discarica.

Però un giorno ha messo la mano proprio dove era nascosta una bomba… Probabilmente un residuo della guerra civile degli anni ’90!

Operato dai medici volontari di Padova e adottato a distanza, ha condiviso la vita della missione finchè non si è ristabilito.