Aggiornamenti sul conflitto in Tigray – marzo 2022

Aggiornamenti sul conflitto in Tigray – marzo 2022

In questi giorni di fine marzo, notizie contrastanti si susseguono sulla situazione in Tigray.

Il 23 marzo l’annuncio di una tregua da parte del governo federale aveva fatto ben sperare: l’intento dichiarato era di riaprire corridoi umanitari via terra per l’accesso di cibo e medicine. Sono state avanzate anche richieste di ritiro dei combattenti tigrini dai territori al di fuori dei confini regionali, in Afar e Amhara dove ancora si combatteva.

Leggi i dettagli nell’articolo di Avvenire (qui)

La risposta del TPLF è arrivata con altre richieste: per una reale tregua e aiuto alla popolazione, si rende necessario riattivare i servizi di telecomunicazione e delle banche.

Queste richieste al momento non sono state accolte.

Inoltre, dopo alcuni giorni dalla dichiarata tregua, i convogli di aiuti umanitari non hanno ancora varcato i confini regionali. Da chi dipenda il perdurare del blocco non è chiaro, le parti in causa si accusano reciprocamente.

I report delle agenzie ONU continuano a delineare una situazione tragica: la grave carenza di farmaci ed integratori alimentari per la malnutrizione, nonchè l’esaurimento delle scorte di carburante, stanno continuando a bloccare le operazioni degli operatori umanitari e causando ogni giorno morti per fame e per malattie.

Il network americano Bloomberg titola in modo provocatorio: “La guerra più mortale nel mondo non è in Ucraina ma in Etiopia” commentando i dati pubblicato dall’Università di Gand. Riportiamo alcuni dati tradotti dall’inglese:

“Sebbene sia impossibile conoscere il vero bilancio della guerra, i ricercatori dell’Università di Gand in Belgio stimano che dall’inzio del conflitto ad oggi siano morte fino a mezzo milione di persone: tra le 50.000 e le 100.000 per i combattimenti, tra le 150.000 e le 200.000 per la fame e più di 100.000 per la mancanza di cure mediche.

I decessi per fame potrebbero essere purtroppo sottostimati: la situazione ora è peggiorata rispetto a quando, a giugno 2021, era stata fatta la classificazione IPC dell’insicurezza alimentare dalle agenzie ONU. Gli aiuti umanitari durante i mesi estivi e i raccolti autunnali hanno apparentemente fornito una gradita tregua. La FAO ora pronostica che il raccolto 2021 si potrebbe esaurirebbe entro aprile e, se il blocco umanitario persiste, fino al 50% della popolazione potrebbe rimanere senza accesso al cibo”.

Leggi il quadro completo del prof. Jan Nyssen riportato dal giornalista Martin Plaut (in ingl.)

 

Unicef riporta:

“Le operazioni umanitarie in Tigray sono significativamente ostacolate dalla grave carennza di carburante e contanti. A fine di febbraio – per la prima volta dall’inizio di dicembre 2021 – l’UNICEF ha potuto trasportare in aereo quasi 94 tonnellate di forniture sanitarie e nutrizionali a Mekelle. Tuttavia, la carenza di combustibile nella regione ostacola la consegna di questi articoli via terra alla popolazione più colpita. Si stima che 12.000 bambini sotto i cinque anni, affetti da acuta malnutrizione, non hanno ottenuto cure in febbraio a causa dell’esaurimento delle scorte di alimenti salvavita (RUTF e latte terapeutico). Inoltre, a causa delle restrizioni di accesso, della mancanza di forniture e della minaccia di attacchi aerei, i servizi educativi sono gravemente ostacolati colpendo circa 2,4 milioni di bambini in età scolare nel Tigray”.

Ad Adwa le telecomunicazioni ed i trasporti sono ancora interrotti, perciò la situazione di emergenza non pare ancora migliorare. Speriamo davvero che qualche passo nella direzione della pace venga compiuto al più presto!