Un nuovo blackout mette in ginocchio il Tigray

Un nuovo blackout mette in ginocchio il Tigray

Nei giorni scorsi un tweet di Martin Plaut, giornalista ed accademico sudafricano, ci aveva messo in allarme: dal 25 maggio veniva annunciato un nuovo taglio dell’energia elettrica nella regione del Tigray per 10 giorni, con evidenti conseguenze sulla distribuzione dell’acqua potabile e di altri servizi essenziali:

 

Non è stato possibile però avere ulteriori informazioni fino al 1° giugno, quando la redazione di Focus on Africa ha condiviso le informazioni divulgate da Tigray TV: l’Ayder Referral Hospital di Mekelle ha dovuto interrompere tutti i servizi sanitari (ad eccezione dei casi di emergenza) per la mancanza di energia elettrica. Lo ha annunciato pubblicamente Mussie Tesfay, il direttore amministrativo del principale ospedale della regione.

 

“La chiusura a tempo indeterminato del principale ospedale – dichiara Mussie – è un serio indicatore delle condizioni di vita in Tigray. Significa chiaramente che i pazienti moriranno. (…) La mancanza di corrente ha già causato decessi di neonati, di pazienti che necessitano della ventilazione meccanica, di quelli che necessitano di chirurgia di emergenza. Stiamo assistendo a morti che potevano essere prevenute. Facciamo appello a tutte le organizzazioni e comunità internazionali: aiutateci a ripristinare i nostri servizi ospedalieri!”

Già nei giorni precedenti, dall’Ayder era già uscita la notizia che, per mancanza di farmaci, i pazienti oncologici venivano dimessi senza cure. Ora la situazione è davvero gravissima.

Se questa è la condizione della capitale regionale, quale sarà la situazione dell’ospedale di Adwa? Il perdurare del blackout delle telecomunicazioni ci impedisce di avere notizie, ma possiamo immaginare che non sia molto diversa da quella dell’Ayder, vista oltretutto la carenza di carburante per i generatori.

Leggi altri approfondimenti nell’articolo del 1° giugno di Focus on Africa.

Speriamo davvero che questa terribile situazione sia limitata a pochi giorni… e preghiamo per la sopravvivenza della popolazione e di chi la assiste, operatori e missionarie!