Carissimi amici,
scrivo questa lettera con il cuore pieno di emozioni contrastanti, perché rileggendo le nostre comunicazioni degli anni passati, ritrovo temi come fame, guerre, emergenza sociale, disuguaglianze, povertà. È un déjà vu che si ripete implacabile nel corso del tempo, quasi come se tutto il percorso fatto insieme negli anni non avesse avuto alcun impatto. Purtroppo queste ingiustizie sembrano sfide insormontabili, ed è facile perdere la speranza. Ma proprio quando sto per cedere e demoralizzarmi, vengo a conoscenza della storia di Amira e Lwam*, condivisa da Silvia, recentemente rientrata da Adwa.
Amira è una giovane donna di Adwa dal volto segnato dalla fatica, dalla carestia e dalla fame. Ha già perso due bambini, nati prematuramente e morti poco dopo. Negli ultimi mesi ha affrontato una nuova gravidanza con coraggio, malgrado la denutrizione e lo spettro della depressione. A inizio febbraio, Amira ha dovuto raggiungere precipitosamente l’ospedale Kidane Mehret di Adwa, quel luogo di speranza di cui aveva tanto sentito parlare. Il parto, arrivato in anticipo di dieci settimane, è stato un’esperienza difficile e travagliata. La piccola Lwam ha dovuto lottare sin da subito per i primi respiri, poiché i suoi polmoni non erano ancora completamente formati. Ad aggravare la situazione, le convulsioni hanno agitato il suo minuscolo corpo, mentre Amira guardava impotente, pregando il Cielo di non portarla via così presto.
In questa foto Amira allatta la piccola Lwam
Ma i miracoli, a volte, si manifestano attraverso le mani compassionevoli del personale sanitario. Gli eroi silenziosi dell’ospedale Kidane Mehret hanno lottato contro il tempo e contro ogni ragionevole infausta prognosi, per salvare quella vita appena iniziata ma già così precaria. Amira assisteva la sua bambina a distanza, ma trasmettendole tutto il suo amore e la sua forza. E così, giorno dopo giorno, Lwam ha cominciato a mostrare segni di miglioramento. Ogni respiro una vittoria, ogni sguardo tra madre e figlia un rinnovo di speranza.
Oggi, ad oltre due settimane dalla sua nascita tormentata, Lwam è fuori pericolo, prova tangibile del miracolo che l’amore e la cura possono compiere. Amira può ora allattare e stringere tra le braccia la sua piccola. Nell’ospedale Kidane Mehret, la storia di Amira e Lwam è diventata un simbolo di quanto sia potente la volontà umana quando sostenuta dall’amore e dalla solidarietà. Ci ricorda che anche nei momenti più bui, la luce della vita può ancora brillare intensamente.
Grazie al racconto di Amira e Lwam, la mia iniziale sensazione di disperazione si trasforma in speranza. E mi torna in mente perché è importante sostenere il Kidane Mehret: per Amira, per Lwam e per i miracoli quotidiani che si compiono in ospedale. Sono questi che ci stimolano a continuare il nostro impegno e rafforzano la consapevolezza che lavorando insieme, a volte in condizioni difficili, ad Adwa stiamo contribuendo a scrivere una storia diversa.
Questi risultati li abbiamo ottenuti grazie anche al vostro supporto.
Il nostro impegno non si esaurisce qui. Abbiamo ancora molto da fare, ma siamo certi che, insieme, potremo scrivere una pagina con parole diverse da “guerra”, “fame” e “povertà”.
Bastano solo 8€ per assicurare ad una bambina come Lwam un trattamento di 8 giorni a base di cibo terapeutico e medicine. Aiutateci a scrivere una storia di speranza!
Grazie di essere parte della nostra famiglia, di credere nella nostra missione e di continuare a sostenere l’Associazione Amici di Adwa.
Beatrice