02 Nov Un anno dopo la firma del cessate il fuoco, pubblicati gli elenchi dei caduti
É trascorso un anno dalla firma degli accordi di Pretoria, che hanno sancito sulla carta la cessazione delle ostilità in Tigray.
Dopo due anni di un conflitto sanguinoso e genocida, col più alto numero di morti tra tutte le guerre nel mondo dal 1984 (così è stato calcolato dall’Istituto di Ricerca per la Pace di Oslo), i rappresentati delle forze tigrine e di quelle governative avevano trovato un accordo per fermare il conflitto armato. Sappiamo però che al tavolo della trattativa non erano stati invitati i rappresentati delle altre due forze armate coinvolte: le milizie amhara Fano e l’esercito eritreo. Questi infatti nei successivi mesi e tuttora stanno continuando ad occupare territori tigrini, perpetrare violenze, impedire il ritorno dei profughi. Nel frattempo, il conflitto si è esteso nella regione Amhara, dove il governo ha dichiarato lo stato di emergenza replicando le misure devastanti applicate precedentemente al Tigray…
In questo scenario, pochi giorni fa sono stati pubblicati gli elenchi ufficiali dei caduti nella guerra tra il 202o ed il 2022. Sono stati osservati alcuni giorni di lutto, permettendo alle famiglie ed alle comunità religiose di svolgere cerimonie di commemorazione.
Anche ad Adwa si sono svolte pubblicamente le commemorazioni. Alcuni nostri volontari hanno partecipato a questo importante e commovente momento collettivo di riconoscimento ed elaborazione del lutto.
Ringraziamo Andrea Signori per le foto condivise:
Non siamo a conoscenza dei dettagli dei numeri totali, ma suor Laura ci ha comunicato che purtroppo degli oltre 700 ragazzi e ragazze alunni della scuola Kidane Mehret partiti per il fronte, circa 300 sono caduti in guerra, e numerosi sono tornati con ferite gravi e menomazioni permanenti.
In questi giorni di commemorazione dei defunti anche in Italia, ricordiamo con affetto – ma increduli per l’assurdità – la morte dei nostri ragazzi, di tanti padri di famiglia, di tanti civili uccisi barbaramente o stroncati da fame e malattie.
Speriamo davvero che questo popolo si possa risollevare e ripartire. Assieme a voi, restiamo al loro fianco!